Psicologia Analitica
Ha l’obiettivo di ridurre e trasformare il disagio mentale ed esistenziale di un sintomo, la differenza dalle altre medotologie è che è meno centrata sul sintomo come tale, ma si focalizza sulle dinamiche inconscie sottese al sintomo, ovvero tutti quei movimenti interni alla vita psichica che non arrivano alla coscienza e che condizionano (pesantemente) la vita dell’Individuo.
La psicoterapia analitica utlilizza il sogno e l’analisi dei sogni quale strumento principe per affrontare le dinamiche inconsce sottese ad un sintomo od un insieme di sintomi. Il sogno è il media più evidente nella comunicazione tra conscio ed inconscio, tra ciò che sta in superficie e ciò che vive nella profondità della Psiche Umana.
La psicoterapia analitica lavora molto sulla relazione e quindi su quanto di disfunzionale (nella relazione e nella comunicazione) contribuisca ad alimentare il sintomo ed il disagio psichico in senso più ampio, questo avviene attraverso un atto di consapevolizzazione progressiva dell’individuo rispetto alle sue parti, di solito negate, sepolte e rimosse a livello inconscio, in questa condizione le parti dell’individuo restano estranee alla coscienza e risultano libere di generare conflitti che in alcune fasi della vita diventano “sintomatici” e costituiscono la manifestazione esteriore di ciò che possiamo definire “il disagio mentale”.
L’individuo non è Uno ma è più parti, la disarmonia tra queste parti genera conflitti che percepiamo solitamente attraverso stati di “ansia”, la consapevolizzazione di questo porta ad elaborare e comporre il conflitto . Di solito queste disarmonie interne vengono proiettate, vissute, e rivissute nelle relazioni “esterne” affettivamente significative, quindi nelle relazioni d’amore, o in quelle di lavoro dove l’affettività (o anche l’affettività negativa) viene dimenticata e rimossa.
Il lavoro svolto dalla psicoterapia è propedeutico ad un percorso di psicoanalisi più completo, che in questa sede discuteremo separatamente, la psicoterapia analitica, in alcune fasi dell’analisi , diventa uno strumento della analisi stessa, e comunque uno strumento di cura e di auto – terapia che ci portiamo dietro tutta la vita, come un prezioso e amorevole compagno.
Psico Bio Genealogia
La psico-bio-genealogia basata sugli archetipi del maschile e del femminile è l’approccio inventato da Antonio Bertoli al disagio e alla malattia, intesi come esito della relazione sistemica tra individuo, famiglia di provenienza, società di appartenenza, specie biologica e fondamenti antropologici. Questo approccio si basa sull’analisi della famiglia di provenienza della persona e prende in considerazione tre o quattro generazioni, nella convinzione che ogni sintomo e ogni biografia individuale siano una risposta alle alterazioni del maschile e del femminile archetipici (antropologici) da parte del modello genealogico che viene consegnato a ogni neonato (nuovo nato). Da questo punto di vista, i genitori – che rivestono un ruolo capitale in ciascun modello e approccio terapeutico – sono visti principalmente come i veicoli attivi di un conflitto che si è originato quanto meno nei nonni, ovvero nella relazione tra genitori e nonni.
La psico-bio-genealogia asserisce che per capire e poter aiutare una persona è necessario conoscere il tipo di relazione che è esistita fra i suoi genitori e i suoi nonni – e possibilmente tra i suoi nonni e i bisnonni – perché essa è l’esito della relazione che i suoi genitori hanno intrattenuto con i loro rispettivi genitori. Da questo punto di vista assumono particolare rilievo anche la posizione occupata da ciascun individuo nell’ambito della fratellanza di cui fa parte (primogenito, secondo, terzo, ecc.) e ciascuna singola traiettoria di vita: i traslochi, le relazioni con l’altro sesso, le interruzioni di gravidanza, la professione, il numero e il sesso dei figli, ecc. Le malattie e i sintomi biologici – al pari dei problemi psichici o psicologici – sono integrati come esiti dell’albero genealogico di provenienza, e quindi come vere e proprie soluzioni biologiche di conflitti psichici derivanti dalle relazioni transgenealogiche. Ogni sintomo è rapportato alla sua matrice embrionale e al relé cerebrale di riferimento, in base allo sviluppo dell’encefalo e ai conflitti filogenetici che ad essi (cervello e matrice embrionale) sono connessi. Si tratta di un’anamnesi che sostituisce integralmente l’indagine psicologica tout court e anche quella medica in senso stretto.
I sintomi sono espressioni di un conflitto programmante su cui corre la vita di una persona e sul quale si basano anche le singole manifestazioni individuali, dal disagio al malessere e alla malattia vera e propria. Questo assunto, unitamente all’analisi sistemica transgenerazionale della famiglia, accredita la possibilità di decodificare le tipologie relazionali in gioco fin dai bisnonni, e agevola di conseguenza la comprensione di quanto accade nel presente ed è accaduto in passato all’individuo.
Per Informazioni:
Francesco Gramazio
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